L’Italia, il territorio, le tradizioni e la cultura
L’Italia con la sua cultura fatta di storia, ruralità e sapienza crea eccellenze integrando tradizioni e innovazioni
La parola tradizioni/e deriva dal latino traditio – onis ‘consegna, trasmissione’ der. di “tradere” consegnare.
Il popolo italiano è tradizioni e identità.
Diversità che insieme creano idilli
Ogni parte dell’Italia ha la sua storia, la sua cultura, il suo territorio e i suoi paesaggi.
Siamo il primo paese al mondo per biodiversità grazie al clima e al territorio.
Ogni regione e ogni parte di essa ha i suoi vini, i suoi oli, i suoi formaggi e tanti altri prodotti che hanno il gusto caratterizzato dal terreno che dona il suo contenuto, dal microclima e da quelle erbe tipiche che nutrono gli animali.
Prodotti che si legano al territorio divenendo tipici e che rappresentano un popolo, le sue origini e i suoi valori.
Anche le preparazioni culinarie sono diverse perché c’è storia e quando si crea un piatto integrandole diventa poesia.
Tradizioni e Innovazioni
La torzella di Eccellenze Nolane è ora Presidio Slow Food
Non hanno perso la loro ruralità, la sapienza di persone che si trasmette di generazione in generazione con senso di continuità.
L’agricoltura e le attività correlate sono molto impegnative e necessitano di tanti sacrifici.
È fondamentale abbracciare le tradizioni che donano autenticità e genuinità ma è importante puntare sull’innovazione che garantisce qualità e sostenibilità verso l’ambiente e l’uomo.
“In medio stat virtus (la virtù sta nel mezzo)”
Il cuore che rappresenta le nostre origini non si deve chiudere e la mente innovativa deve essere rispettosa.
L’innovazione, lo studio e la ricerca, riducono i tempi del lavoro permettendo agli uomini una vita dignitosa, permettono di utilizzare al meglio le materie prime che diventano specifiche per ogni tipo di preparazione, garantiscono il rispetto di norme igienico-sanitarie e sono attente alla tutela dell’ambiente.
I valori, la creatività, la storia, la cultura ci rendono unici al mondo donando ai nostri cibi identità e sapori speciali.
Fondere la tradizione con l’innovazione, trovando il giusto equilibrio, è la soluzione ideale.
Comunichiamo insieme
Gli uliveti dei produttori scelti da Origo. Oli di qualità
Noi italiani mettiamo amore in tutto ciò facciamo. Le nostre eccellenze contengono saperi, esperienze, sensazioni, salute ed emozioni.
I nostri cibi comunicano e i consumatori vogliono ascoltare.
È ideale una cooperazione tra produttori, una rete che permette alla comunicazione di arrivare al consumatore senza difficoltà.
Origo non è solo un portale di eccellenze ma un contenitore di tutti i valori che esse nascondono.
Inoltre Origo seleziona con attenzione perché desidera che chi compra mangi bene e stia bene.
Ma soprattutto Origo è uno stile di vita.
Io Origo, e tu?
Valeria Iannitti
Dolcemente Complicata
Avvocato/Writer/Webwriter
Dopo aver conseguito un Master in Comunicazione d’Impresa presso l’Università di Siena lascia la professione, esercitata per 18 anni, per dedicarsi alle sue passioni: scrittura, lettura, viaggi, mondo del vino e del gusto e di tutto ciò che genera bellezza. Fonda il 10/10/2020 il mondo digitale di Paesaggi Umani dove scrive e racconta, attraverso le emozioni, le storie di sogni, esperienze di gusto, sapori, cucina e vino, bellezza, vita e di tutto ciò che è invisibile agli occhi.
Concordo con Valeria quando osserva che “è fondamentale abbracciare le tradizioni che donano autenticità e genuinità ma è importante puntare sull’innovazione che garantisce qualità e sostenibilità verso l’ambiente e l’uomo”.
Se “tradizione” significa “trasferimento” – “consegna” è inevitabile che il soggetto che compie l’atto di “trasferire” – “consegnare” modifichi (in modo più o meno consapevole e profondo) ciò che “trasferisce”.
Ogni “passaggio” implica quindi necessariamente anche il cambiamento della cosa “passata”: succede quando ci viene narrato un fatto e a nostra volta lo riferiamo ad altri (presumendo di non aggiungere o togliere nulla…), succede col cibo.
Ed è bene che accada, l’importante è però che le “novità” rappresentino il frutto di fattori positivi e della creatività, non la conseguenza di scelte determinate da motivazioni puramente economiche.
In fondo, per secoli a cavallo tra Abruzzo e Lazio l’amatriciana è stata preparata con guanciale e pecorino, poi qualcuno (in tempi relativamente recenti, sotto l’influsso del prestigio derivante dal Napoli) ha provato ad aggiungere il pomodoro: sicuramente (a chi ha vissuto in diretta questo mutamento) all’inizio sarà parsa un’innovazione quasi “esotica”, oggi è proprio quella la versione ormai più conosciuta…
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Davide Mondin
Concordo con Valeria quando osserva che “è fondamentale abbracciare le tradizioni che donano autenticità e genuinità ma è importante puntare sull’innovazione che garantisce qualità e sostenibilità verso l’ambiente e l’uomo”.
Se “tradizione” significa “trasferimento” – “consegna” è inevitabile che il soggetto che compie l’atto di “trasferire” – “consegnare” modifichi (in modo più o meno consapevole e profondo) ciò che “trasferisce”.
Ogni “passaggio” implica quindi necessariamente anche il cambiamento della cosa “passata”: succede quando ci viene narrato un fatto e a nostra volta lo riferiamo ad altri (presumendo di non aggiungere o togliere nulla…), succede col cibo.
Ed è bene che accada, l’importante è però che le “novità” rappresentino il frutto di fattori positivi e della creatività, non la conseguenza di scelte determinate da motivazioni puramente economiche.
In fondo, per secoli a cavallo tra Abruzzo e Lazio l’amatriciana è stata preparata con guanciale e pecorino, poi qualcuno (in tempi relativamente recenti, sotto l’influsso del prestigio derivante dal Napoli) ha provato ad aggiungere il pomodoro: sicuramente (a chi ha vissuto in diretta questo mutamento) all’inizio sarà parsa un’innovazione quasi “esotica”, oggi è proprio quella la versione ormai più conosciuta…